Site icon | Il Mondo 24 ORE | by Samir Zakaria

Ripercussioni del ritiro Americano dall’Afghanistan

Tutto nasce dalla sottovalutazione dei Talebani da parte di Biden e dalla sopravalutazione delle forza dell’esercito afghano, sempre da parte di Biden, ma il rapido crollo del governo afghano, la fuga del presidente Ashraf Ghani e il suo entourage negli Emirati Arabi Uniti (caricando l’aereo con pochi pesi ed enormi valori) e la consegna del paese al movimento afghano sunnita dei Talebani (Il Sunnismo rappresenta l’Ortodossia della religione Islamica, contrariamente al Sciismo considerato il principale ramo minoritario dell’Islam), non sembrano il frutto di una larga intesa multilaterale voluta e messa in atto dagli Stati Uniti insieme agli alleati più stretti, ma rappresentano, probabilmente, il più grande fallimento della politica statunitense in Afghanistan, così come in Iraq, prima e prima ancora nel Vietnam l’anno 1975.

Nonostante la smentita da parte del Segretario di Stato americano, di questo corretto approccio, gli analisti concordano, quasi all’unanimità, che quanto accaduto in Afghanistan è molto peggio di quanto accaduto in Vietnam: “Questa non è Saigon”, ha detto Blinken alla CNN, riferendosi alla caduta della capitale vietnamita nel 1975, un ricordo ancora assai doloroso per gli Stati Uniti.

I Talebani hanno sfruttato le frustrazioni e il malessere largamente diffuso tra le file delle forze armate Afghane a causa dell’esuberante corruzione e ampio nepotismo che hanno eroso il morale dei soldati afgani e la crescente riluttanza di quelle forze a morire in difesa di un governo corrotto e incompetente, dopo aver appreso dell’imminente ritiro degli Stati Uniti durante le trattative dirette che hanno avuto luogo nel Qatar, causando questa rapida vittoria dei Talebani.

Ciò che sta accadendo in Afghanistan si rifletterà sicuramente su tutto il Medio Oriente, in particolare sulla situazione della sicurezza e militare in Siria e Iraq, dove le organizzazioni islamiche estremiste sono ancora attive. Tanto più che Biden ha affermato che quanto sta accadendo in Siria e nel Mediterraneo è molto più pericoloso delle minacce dei Talebani agli Stati Uniti.

Tutti si ricordano ancora come gli Stati Uniti hanno impiegato utilizzando Al-Qaeda e i Talebani per raggiungere i propri obiettivi nel confronto con l’ex Unione Sovietica sulla terra afghana. Biden impiegherà di nuovo il Movimento dei Talebani per raggiungere i suoi obiettivi, ma questa volta attraverso il suo ritiro e la creazione del caos più assoluto, ma anche attraverso la probabile guerra civile in Afghanistan o causando collisioni con Russia e Cina.

Per quanto riguarda la Russia, assisteremo all’incoraggiamento dei movimenti estremisti islamici presenti all’interno di ben sei repubbliche ex sovietiche, motivo per cui la Russia ha condotto frettolosamente manovre lungo il confine con l’Afghanistan per paura della diffusione dell’estremismo islamico.

La Cina condivide con l’Afghanistan un confine di circa ottanta chilometri, con la regione dello Xinjiang, a maggioranza musulmana Igor, già in alto fermento per la politica cinese nei loro confronti.

Qualsiasi trambusto nella regione settentrionale potrà interrompere la sistemazione della nuova Via della Seta chiamata “One Belt, One Road” che attraversa l’Afghanistan e con la quale la Cina desidera accelerare l’accesso dei suoi prodotti ai mercati globali, tra cui Asia, Europa, Africa, Sud e Centro America.

In altre parole, il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan in questo momento particolare indicherà chiaramente l’intenzione di Washington di riequilibrare l’Iran e premere per ridurre l’attuale influenza iraniana nel Medio Oriente al fine di indebolire la sua influenza su Iraq, Siria, Libano e lo Yemen, nonché per ammorbidire l’insistenza dell’Iran sulle proprie posizioni riguardanti il programma nucleare.

Ora si può constare molto più chiaramente che in seguito alla spesa di centinaia di miliardi di dollari e decine di migliaia di morti dell’esercito americano e della coalizione internazionale, gli Stati Uniti si ritirano dall’Afghanistan e lo consegno su un piatto d’oro ai Talebani. Tatticamente parlando, si può intuire che l’America sta cerando di trascurare il Medio Oriente lasciandosi dietro una pesante eredità di conflitti, guerre nel quadro della guerra fatta da tutti contro tutti.

Forse questo è uno degli obiettivi della guerra americana alla regione nel quadro della teoria del caos creativo, cioè il caos che crea nuova realtà, anche al costo, molto alto, di causare crisi e guerre nella regione.

Ahmad BAKIE | scrittore siriano che vive in Italia