Site icon | Il Mondo 24 ORE | by Samir Zakaria

Perseguitare i criminali di guerra e mantenere le sanzioni dell’UE contro il regime siriano

Il Parlamento Europeo ha adottato il 15 marzo una risoluzione quasi all’unanimità, con 568 voti favorevoli, 79 contrari e 37 astensioni nella quale la maggioranza dei deputati esprimono grave preoccupazione per il persistente stallo politico e la mancanza di progressi nella ricerca di una soluzione al conflitto siriano ancora in atto, chiedono all’UE di aumentare la sua risposta finanziaria e politica vista l’altissima percentuale della popolazione siriana (oltre il 90%) che ora vive sotto la soglia di povertà.

In questa risoluzione che segna 10 anni dalla rivolta nel paese mediorientale, i deputati europei affermano che il collasso economico e la disastrosa crisi umanitaria in Siria sono profondamente preoccupanti, insistendo, inoltre, sul fatto che una soluzione sostenibile al conflitto siriano non può essere raggiunta attraverso mezzi militari, e criticano la mancanza di volontà del regime siriano di negoziare nella stesura di una nuova costituzione, nonostante l’opposizione sia pronta a cooperare.

Si rileva in particolar modo l’espressa volontà dei deputati sulla necessaria opposizione a qualsiasi forma di normalizzazione delle relazioni diplomatiche con il regime siriano. Detta volontà continuerà a guidare l’azione dell’UE finche’ non ci saranno progressi fondamentali sul campo con un impegno chiaro, sostenuto e credibile in un processo politico inclusivo. E rilevano nella risoluzione che “Dato il contesto attuale, le prossime elezioni presidenziali siriane del 2021 sono completamente prive di credibilità agli occhi della comunità internazionale”.

Con riferimento all’ingiusta e disumana detenzione dei 130.000 prigionieri politici, il parlamento europeo conferma la sua precedente posizione condannando fermamente tutte le atrocità e le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario in Siria, in particolare dal regime di Assad, ma anche da Russia, Iran e Turchia, e sollecita il regime siriano a rilasciare immediatamente tali prigionieri ingiustamente detenuti°.

La guerra siriana ha lasciato l’UE in una posizione di secondo livello tra gli attori internazionali. Le violente politiche del regime siriano, la dimostrazione di forza della Russia, la politica ambivalente della Turchia sull’autoproclamato Stato islamico e sui curdi siriani, ma anche le divisioni interne dell’UE hanno dato ai governi europei poca influenza sul corso degli eventi in Siria. Tuttavia, il peso delle conseguenze umanitarie, economiche e di sicurezza della guerra ricade sui paesi dell’UE. Il futuro ruolo dell’UE in Siria è una vera scommessa per adottare un’autentica politica estera e di sicurezza comune.

Riaffermando, come nelle risoluzioni precedenti, che i responsabili dei principali crimini internazionali devono essere debitamente perseguiti, i deputati chiedono alla Commissione europea di presentare un piano d’azione dell’UE sull’impunità, con un capitolo specifico sulla Siria. Questo piano d’azione dovrebbe cercare di coordinare e armonizzare meglio gli sforzi e le risorse degli Stati membri per perseguire i criminali di guerra nell’UE e quindi il parlamento invita gli Stati membri a mantenere le sanzioni europee contro le persone e le entità coinvolte nella repressione in Siria, e nel contesto i deputati sottolineano che è fondamentale evitare di infliggere conseguenze negative non intenzionali che le sanzioni potrebbero avere sui cittadini siriani utilizzando esenzioni umanitarie per un’azione umanitaria di principio.

Infine, ricordano a tutti gli Stati membri dell’UE che la Siria non è un paese sicuro in cui tornare per stabilire relazioni diplomatiche e commerciali e credono che qualsiasi ritorno dovrebbe essere sicuro, volontario, dignitoso e informato, in linea con la posizione dichiarata dell’UE.

Essenziale ricordare le dichiarazioni dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera Borrell nel triste anniversario dell’inizio della guerra in Siria: “Il conflitto in Siria è tutt’altro che finito. L’Unione europea chiede la fine della repressione, il rilascio dei detenuti e che il regime siriano e i suoi alleati si impegnino in modo significativo nella piena attuazione della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza dell’Onu”.

L’Alto rappresentante Ue aggiunge: “Senza progressi credibili alla fine di maggio 2021 saranno rinnovate le sanzioni mirate dell’Ue contro i principali membri ed entità del regime siriano”. L’Unione europea “non ha cambiato la sua politica come delineato nelle precedenti conclusioni del Consiglio e resta impegnata a favore dell’unità, della sovranità e dell’integrità territoriale dello Stato siriano”. L’Ue, dice Borrell, è pronta a sostenere “elezioni libere ed eque in Siria”. Le elezioni “organizzate dal regime siriano come le elezioni parlamentari dello scorso anno o le elezioni presidenziali entro la fine dell’anno non possono soddisfare questi criteri e quindi non possono contribuire alla soluzione del conflitto né portare ad alcuna misura di normalizzazione internazionale con il regime siriano”.

Borrell conclude: “Il 29 e 30 marzo l’Unione europea co-presiederà con l’Onu una quinta conferenza a Bruxelles su “Sostenere il futuro della Siria e della regione”, con la partecipazione di governi e organizzazioni internazionali, nonché della società civile siriana. Come negli anni precedenti, la conferenza “genererà anche sostegno finanziario internazionale per aiutare a soddisfare le crescenti esigenze umanitarie all’interno della Siria, per i rifugiati siriani e per le comunità e i Paesi che ospitano rifugiati nella regione”. “Il popolo siriano continua ad avere il pieno sostegno politico e umanitario dell’Unione europea, nella ricerca di un futuro pacifico e sostenibile”.

Ahmad BAKIE | scrittore siriano che vive in Italia