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Inutili guerre? per molti sono invece utili. Ecco i conflitti più probabili nella regione


di Samir Zakaria | La foto in allegato, scattata nella stanza ovale della Casa Bianca, non lascia molti dubbi. Ritrae il trentenne edere al trono saudita Mohammad Bin Salman, in visita pochi giorni fa a Washington per discutere con il Presidente Donald Trump di armamenti e acquistare un arsenale militare fuori misura, come spesso accade nei paesi ricchi del Medio Oriente.

Un tour di tre settimane negli States per il giovane rampollo della dinastia Al Saud, con l’obiettivo di presentare anche la sua visione futura dell’economia saudita post-petrolio, con progetti miliardari nel campo del turismo e per discutere di politica internazionale.

Nel video dell’incontro si vede il Presidente Donald Trump mentre mostra con fierezza l’ultimo accordo economico siglato con il governo saudita per la vendita di centinaia di prodotti dell’industria militare statunitense, tra aerei da combattimento di ultima generazione, navi, carri armati, droni e tutto ciò che lega le future guerre già pianificatealle ultime tecnologie nel campo della sicurezza.

Al quarantesimo secondo del video si sente la voce di Trump che, con il suo solito sarcasmo, pronuncia la somma finale di uno dei tanti affari e, guardando in faccia il giovane regnante saudita, pronuncia una frase alquanto imbarazzante, dicendo testualmente “questa cifra per te è noccioline”.

Le cosiddetteinutili guerrein questo caso raccontano purtroppo il lato utile dei conflitti, almeno dal punto di vista degli elettori di Trump, con un bottino che entrerà nelle tasche degli americani di ben 12,5 miliardi di dollari e più di 40 mila nuovi posti di lavoro solo negli Stati Uniti, da aggiungere ai posti di lavoro che si creeranno nei prossimi mesi in Arabia Saudita e in tutti quei paesi arabi che parteciperanno alle prossime guerre.

Le guerre che si stanno già pianificando da parecchi mesi, invece, non sono un segreto. La prima è quella tra il Libano e Israele, o meglio tra i miliziani sciiti di Hezbollah filo iraniani e lo stato ebraico appoggiato dagli americani e dai nuovi alleati arabi. Una delle tante proxy war della regione mediorientale, dove si combatte contro il rappresentante del nemico, non contro il vero e proprio nemico, per stuzzicare, testare la potenza altrui e aspettare una mossa sbagliata dell’avversario.

La fonte della notizia di questo nuovo conflitto in preparazione è molto autorevole. Si tratta del Generale israeliano Gadi Eizenkot, Capo di Stato Maggiore delle Forze di Difesa della Stato ebraico, che ha rilasciato durante il mese di marzo varie dichiarazioni alla stampa locale, parlando di una guerra che “distruggerà i miliziani sciiti” entro la fine del suo mandato, che scade fra otto mesi circa.

Eizenkot ha anche parlato di una seconda guerra alle porte, quella contro i miliziani palestinesi di Hamas a Gaza, visti gli ultimi accadimenti dopo il massacro del Giorno della Terra, concluso per il momento con 16 morti e oltre mille feriti.

In Medio Oriente è abbastanza inusuale leggere dichiarazioni simili, molto chiare e precise e senza mezzi termini, visto che l’esercito israeliano, come la maggior parte degli eserciti del mondo, punta sull’elemento sorpresa nelle azioni militari pianificate.

Tutto fa intendere che è in corso una vera e propria corsa agli armamenti per i nuovi alleati di Israele, cioè Arabia Saudita e quasi tutti i paesi del Golfo Persico, per partecipare attivamente alle guerre contro il nuovo nemico, l’Iran e i suoi mille tentacoli nella regione. Come spesso accade in quella parte del mondo, il vecchio nemico (Israele) è diventato un nuovo alleato, mentre lo storico vicino di casa ha preso il posto del diavolo da abbattere a tutti i costi.

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